Quando vado a Londra per riunioni di lavoro, la prassi prevede di arrivare in città la sera prima in modo da essere “up & running” abbastanza presto il mattino successivo per iniziare l’incontro prima, finire prima e dare a tutti la possibilità di rientrare con uno degli ultimi voli dalla capitale inglese. In passato, il precedente country manager dell’azienda per cui lavoro mi chiedeva cosa avessi fatto la sera “libera” a Londra ed io gli dicevo “Siamo andate a cena. Eravamo: io, la tedesca, la spagnola, la francese…” — di solito non finivo perché lui scoppiava a ridere e diceva “Ma cos’è? Cosa siete? Una barzelletta?”J
Ieri sera ho passato una magnifica serata “barzelletta” che mi ha lasciato di buonissimo umore. Dunque, siamo partiti che eravamo:
– due italiane
– un italiano
– due francesi
Poi, suo malgrado (simpaticamente parlando), si è aggiunto un inglese: praticamente quando sono arrivata nel giro di presentazioni io ho scambiato sto ragazzo per uno del gruppo di persone che stavo conoscendo. In realtà non c’entrava niente, ma poiché era solo e si trovava a Milano per lavoro da solo e a quel punto ci eravamo anche presentati, alla fine si è unito a noi.
Poi, nostro malgrado (sempre simpaticamente parlando), si sono aggiunti un altro italiano ed una russa. Lui, un tipo inclassificabile (in senso positivo): sicuramente figlio di una famiglia molto benestante (per sua stessa ammissione), in due minuti ci ha raccontato tutta la sua vita. Ha vissuto un anno a Londra, uno a Pechino, uno a Singapore…parlava alla velocità della luce. Lei alta di suo almeno 190 cm + altri 10/12 cm almeno di tacco…non finiva mai. Era, ahinoi, visibilmente ubriaca e poco stabile sulle sue gambe e mischiava continuamente inglese e russo mentre cercava di parlarci (oltre a vodka e redbull… :-oooo).
Abbiamo quindi parlato di tutto e di più raccontandoci aneddoti e perché l’inglese, i francesi e la russa (…) si trovavano a Milano, e perché l’italiano che accompagnava la russa era tornato a Milano (e perché non era mai stato a Parigi) e dove noi altri italiani stiamo per andare (in ferie): in scioltezza e in allegria, senza pretese, senza barriere.
Il tempo ci ha assistito: non era bello (non è mai bello in queste settimane!) ma almeno non pioveva. C’era una bella temperatura e quindi si stava fuori volentieri.
Sono rientrata un po’ a malincuore: ci sono quelle serate e quei momenti in cui vorresti che il tempo e la situazione si congelassero e durassero un sacco perché ti senti benissimo.
Prima di addormentarmi ho pensato che il mondo potrebbe essere così semplice e meraviglioso.
Quindi alla fine c’erano:
– due italiani
– due italiane
– due francesi
– un inglese
– e una russa….. J